Finanziamento del contenzioso per lo Studio Legale

#1 – L’attuale [precario] stato dell’avvocatura italiana.
L’abolizione delle «tariffe forensi» nel 2006, e la successiva crisi economica del 2008, hanno profondamente segnato l’avvocatura italiana. In particolar modo la seconda, con il fallimento di moltissime aziende e la conseguente scarsa liquidità nel mercato, ha avuto un violento impatto sulla professione di avvocato.
Si aggiunga a tanto la cronica crisi del sistema giudiziario italiano, sempre al centro di critiche e proposte [incompiute] di riforma, che da tempo non gode della fiducia né di coloro che chiedono giustizia né di eventuali investitori stranieri, che anzi vedono nei lunghi tempi della giustizia e nel suo essere farraginosa e burocratizzata un ostacolo agli investimenti.
Gli effetti degli eventi sopra indicati e, di conseguenza, lo stato in cui versa l’avvocatura italiana, sono stati ben sintetizzati nel rapporto CENSIS dello scorso autunno.
Leggendo il rapporto, si ricava che la categoria sta invecchiando perché non attrae più nuove leve, che la professione è esercitata da un sempre crescente numero di donne, che il reddito medio lordo del singolo avvocato è basso e probabilmente inadeguato. Quest’ultimo dato merita tuttavia una precisazione perché è il frutto della media tra i redditi elevati della minoranza degli avvocati ed i redditi, viceversa in certi casi anche molto bassi, della maggioranza.
I principali dati e numeri che si possono estrapolare dalla lettura del suddetto rapporto sono:

  • che gli avvocati under 35 costituiscono circa il 12% della popolazione totale forense attiva;
  • che le donne sono oramai il 50% di tutti gli avvocati italiani.
    Esiste tuttavia una notevole discrasia reddituale tra uomini e donne tanto è vero che mentre le donne registrano un reddito medio lordo di 24.378 €, gli uomini godono di un reddito medio lordo di 53.631 €.
  • che il reddito medio lordo di un avvocato in Italia è di poco superiore ai 35.000 €
  • che un avvocato su quattro non arriva produrre un reddito superiore a 10.600 € annui lordi mentre quasi il 7% della popolazione forense non dichiara alcun reddito.

Questa delineata situazione di incertezza nella quale pare versare l’avvocatura italiana, trova riscontro nella vita professionale quotidiana.
Leggendo i post sui vari gruppi di avvocati dei vari social network, che sono la valvola di sfogo dell’avvocatura, le lamentele sulla difficoltà di esercitare la professione, le preoccupazioni per il futuro e le richieste di interventi economico/strutturali della classe forense sono all’ordine del giorno.
L’avvocatura non può tuttavia attendere passiva interventi solutori delle Istituzioni, deve viceversa attivarsi per migliorare la propria condizione generale. Volendo ispirarsi ai cambiamenti organizzativi e di governance dello studio legale che le principali firme italiane del mercato hanno adottato o stanno adottando, per migliorare l’“avvocato medio” dovrà mutare l’approccio alla professione e dovrà aprirsi alla innovazione e a progetti sinergici.

# 2 – … e poi venne il COVID-19.
Gli avvocati italiani, già messi a dura prova dalla crisi economica del 2008, sono stati ulteriormente duramente colpiti dalla recente crisi sanitaria (COVID-19) che ha determinato il fermo delle attività economiche e produttive nonché il fermo della giustizia, con pesanti ripercussioni sulle attività legali; altre presumibilmente si manifesteranno nei prossimi mesi anche se oggi non se ne conoscono ancora i contorni.
Ancora una volta, questa situazione non è solo teorica, ma trova riscontro nella quotidianità, tanto è vero che circa un avvocato su due ha fatto richiesta del c.d. «bonus 600 €» che nella sostanza significa che circa il 50% degli avvocati italiani ha un reddito inferiore a 35.000 € ed ha registrato importanti contrazioni del proprio fatturato nei mesi di lockdown.
Come si sta muovendo l’avvocatura per affrontare e reagire a questa ulteriore crisi?
Intravediamo una netta spaccatura. Da una parte le grandi etichette legali italiane che hanno reagito, o stanno reagendo, ripensando il modello di business legale e l’organizzazione dello studio, e investendo su innovazione tecnologica e di competenze; dall’altra lo studio legale medio/piccolo, ovvero la stragrande maggioranza degli studi legali italiani, che non ha le possibilità strutturali e/o la forza economica per cambiare stare al passo delle legal firm e delle richieste della clientela e che, di conseguenza, cerca di sopravvivere nel mercato.
La popolazione forense “media”, per affrontare e superare la somma delle due crisi, che la riguardano molto da vicino, dovrà quindi sforzarsi per mutare il modo di concepire l’attività, anche facendo ricorso a nuovi modelli di business oppure a nuovi strumenti e cercando di interpretare sempre di più la propria attività, seppur con i dovuti adeguamenti, come una attività di impresa.

# 3 – Il Finanziamento del contenzioso.
Uno strumento a disposizione degli avvocati per mutare ed innovare il loro approccio alla professione forense è quello del finanziamento del contenzioso.
Oggi in Italia le soluzioni di finanziamento del contenzioso sono offerte dalla FiDeAL che, per l’appunto, è il primo service provider di «litigation funding solutions» e si rivolge tanto agli individui, quanto soprattutto alle imprese nonché, appunto, agli studi legali con soluzioni ad hoc proprio per la classe forense.
Il «Litigation funding», nella sua tradizionale accezione, è il contratto in virtù del quale il fondo (FiDeAL) investe nel contenzioso civile/commerciale di terze parti, assumendo tutti o parte dei costi di procedura e tutto o parte del rischio di insuccesso di un’iniziativa giudiziale in cambio di una percentuale del ricavato.

#4 – Le soluzioni per lo studio legale.
Le soluzioni di finanziamento del contenzioso per lo studio legale rappresentano una evoluzione del tradizionale istituto. Appositamente pensate da FiDeAL per incontrare le esigenze degli avvocati, si presentano come soluzioni flessibili e modulari che mirano a creare una vera e propria partnership (finanziaria) tra il professionista ed il fondo di investimento (FiDeAL).
Le soluzioni, che possono riguardare sia un singolo caso specifico sia un portafoglio di pratiche, prevedono il finanziamento delle competenze legali, determinate su base tabellare o percentuale o mista, oppure degli esborsi, ovvero delle somme necessarie per compiere i diversi adempimenti processuali, oppure di entrambe.
Le principali caratteristiche del law firm funding sono:

  • che il finanziamento è non-recourse;
  • che il finanziamento può riguardare casi singoli o portafogli di casi;
  • che il finanziamento può riguardare una controversia o più controversie in qualsiasi fase e grado di giudizio;
  • che il portofolio funding può riguardare un mix di pretese attive e difensive.
    e molte altre.

Le opportunità per lo studio legale che accede alla finanza legale sono:

  • la condivisione del rischio;
  • il fornire servizi a prezzi competitivi;
  • la gestione ed il controllo dei flussi di cassa;
  • il potenziale aumento della reddittività delle prestazioni.

Come sopra detto, infine, accanto alle soluzioni per lo studio legale, FiDeAL offre soluzioni per gli individui e per le imprese dalle quali gli avvocati possono comunque trarre un indiretto beneficio.
Da ultimo, FiDeAL propone una particolare ed innovativa formula di finanziamento del contenzioso commerciale delle PMI denominata Fee-DeAL by FiDeAL.